Gli esami di Medicina Nucleare, le scintigrafie

Il termine “nucleare” deriva dall’uso di radiazioni emesse dai nuclei di alcuni isotopi prodotti artificialmente a scopo medico. I radionuclidi vengono legati a numerose sostanze chimiche (dette di conseguenza radiomarcate) che, dopo la loro somministrazione, entrano a far parte dei processi metabolici in modo analogo a quelle assunte fisiologicamente. Con la scintigrafia del gruppo Eidos è possibile localizzare la distribuzione del radiocomposto, mediante una apposita strumentazione, seguendone il percorso all’interno dell’organismo, “fotografando” l’organo o l’apparato in esame e valutandone nel contempo l’atteggiamento funzionale. In tal modo le immagini vengono a rappresentare l’espressione morfologica di una funzione vitale. È anche possibile ricavare informazioni espresse in forma di parametri numerici ottenendo dati di ordine quantitativo.

Scintigrafia ossea

La scintigrafia ossea è un esame che prevede la somministrazione endovenosa di un radiofarmaco per esaminarne l’attività metabolica dell’osso e la presenza o meno di una lesione o di una malattia. Dalla scintigrafia ossea è possibile individuare le metastasi nello scheletro e osservare le caratteristiche di benignità o di natura tumorale delle ossa. La scintigrafia ossea può essere effettuata anche sui bambini, grazie alla bassa quantità di radiofarmaco che non determina effetti collaterali, ma è sconsigliata per le donne in gravidanza e in allattamento.

Scintigrafia renale

La scintigrafia renale è un esame che valuta la funzionalità dei reni e si esegue somministrando in vena il radiofarmaco. Tale sostanza si lega alle cellule della parte corticale del rene, consentendone la visualizzazione. L’immagine del tessuto funzionante nei due reni permetterà al medico di valutare la patologia e la diagnosi. La scintigrafia renale non è adatta alle donne in gravidanza e in fare di allattamento, ma non determina effetti collaterali sui bambini.

Scintigrafia polmonare

La scintigrafia polmonare o scintigrafia ventilo-perfusoria, è una tecnica diagnostica in ambito della medicina nucleare che verifica le possibili anomalie nel rapporto di ventilazione o della circolazione polmonare. Questo esame viene solitamente effettuato per riscontrare una tromboembolia polmonare, in previsione di una pneumectomia e per altre patologie polmonari come la BPCO o di una polmonite e come analisi della funzionalità polmonare pre e post-lobectomia. La scintigrafia polmonare non è adatta per le donne in stato di gravidanza.

Scintigrafia tiroidea

La scintigrafia tiroidea è una tecnica indolore che si basa sulla somministrazione per via endovenosa di un radiofarmaco. Lo scopo dell’esame è di individuare, grazie alle dosi di isotopo iniettate, di captare le cellule tiroidee e la loro corretta funzionalità. L’esame non comporta rischi significativi per il paziente, anche se rimane controindicato in gravidanza. La scintigrafia tiroidea valuta non solo la funzionalità dell’organo nella sua sede, ma anche le caratteristiche funzionali dei noduli tiroidei eventualmente presenti.

Scintigrafia cardiaca o scintigrafia miocardica

La scintigrafia miocardica è un esame diagnostico non invasivo che raccoglie informazioni sul funzionamento del cuore. Il radiofarmaco iniettato si fissa a livello del muscolo cardiaco e la strumentazione produce immagini, elaborate e interpretate dal medico nucleare e dal cardiologo. La scintigrafia cardiaca fornisce informazioni sullo stato di perfusione del cuore e sui vari parametri relativi al suo funzionamento. L’esame si suddivide in due parti: sotto sforzo, dove il paziente viene tenuto sotto sforzo fisico o dopo stimolo farmacologico e in seguito gli viene iniettato il radiofarmaco. Esame a riposo, il paziente si trova in una condizione di riposo quando gli viene iniettato il radiofarmaco. Il tipo di prova (esame sotto sforzo/a riposo) viene deciso dal cardiologo che esegue l’esame, in base ai dati clinici del paziente.

Perchè la medicina Nucleare

La medicina nucleare permette di riconoscere le alterazioni funzionali, fornendo informazioni spesso essenziali per la definizione di diagnosi e prognosi, di terapie e follow-up.

Un aspetto di importanza non secondaria è rappresentato dalla capacità dell’imaging scintigrafico di mettere in evidenza una compromissione di funzione anche prima che siano riconoscibili alterazioni anatomiche. Fanno parte delle indagini diagnostiche anche le applicazioni di laboratorio (siano esse i dosaggi R.I.A. o le determinazioni biometaboliche).

La medicina nucleare non è comunque solo “imaging”: la possibilità del radiofarmaco di concentrarsi nei tessuti patologici e di distruggerli irradiandoli, risparmiando per quanto possibile quelli sani, rappresenta il razionale dell’impiego terapeutico degli isotopi radioattivi. Un ultimo ma rilevante aspetto è rappresentato dalla relativa sicurezza di queste indagini: l’entità delle radiazioni è infatti così modesta che le procedure diagnostiche, se necessario, possono essere ripetute più volte ed essere eseguite anche in età pediatrica; perfino durante la gravidanza il bilancio rischio/beneficio può essere, in alcuni casi, a favore dell’esame. Infine, le sostanze impiegate sono prive di rischi tossici e generalmente non inducono manifestazioni di tipo allergico.